Scoperto circuito respiratorio top-down che allevia affetti negativi

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXI – 30 novembre 2024.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La maggior parte delle tecniche di rilassamento concepite come approccio somatico per ottenere effetti terapeutici su stati ansiosi e di squilibrio funzionale da stress, dal tempo in cui fu ideato e introdotto il training autogeno da Schultz, cominciano con un esercizio respiratorio inteso a ridurre l’iperattivazione noradrenergica simpatica contrastandola con informazioni originate da un ritmo lento con respiro profondo, come nella prevalenza colinergica parasimpatica che si ha durante il sonno. Molte persone hanno l’abitudine di inspirare profondamente e fare una serie di atti respiratori lenti e profondi quando sono in tensione, preoccupate o in attesa ansiosa e, anche se in genere non riescono a eliminare lo stato emozionale negativo, provano sollievo.

Questi sono solo due esempi dell’esperienza comune della possibilità di esecuzione volontaria di escursioni respiratorie a proprio piacimento, in termini di ritmo, profondità e durata, ma indicano anche che una funzione, normalmente gestita interamente da meccanismi del sistema nervoso autonomo, può essere modulata intenzionalmente al fine di portarla entro il registro di uno stato funzionale espressione di un equilibrio senza stress. L’intervento somatopsichico sullo stato funzionale attraverso la respirazione è possibile grazie a vie che si conoscono solo in parte.

Un team guidato da David O’Keefe ha provato a indagare per verificare l’esistenza di una tale via, originante da fasci assonici corticali, nel topo. I risultati sono di assoluto interesse.

(Jhang J. et al., A top-down slow breathing circuit that alleviates negative affect in mice. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-024-01799-w, 2024).

 La provenienza degli autori è la seguente: Peptide Biology Laboratory, The Salk Institute for Biological Studies, La Jolla, California (USA); Department of Neurobiology, Division of Biological Sciences, University of California San Diego, La Jolla, California (USA); Howard Hughes Medical Institute, Department of Neurobiology, Harvard Medical School, Boston, Massachusetts (USA); Research Development Department, The Salk Institute for Biological Studies, La Jolla, California (USA); Center for Neuroimaging Research, Institute for Basic Science, Suwon (Repubblica di Corea); Department of Biomedical Engineering, Sungkyunkwan University, Suwon (Repubblica di Corea).

Sebbene la respirazione sia un fenomeno primariamente automatico, la sua modulazione da parte di emozioni, comportamento e, nella realtà umana, da parte di intenzionalità volontaria, suggerisce l’esistenza di input corticali, sia derivati da elaborazione dell’esperienza emozionale sia da un processo cognitivo cosciente di volizione, che raggiungono le reti del tronco encefalico mediatrici dell’esecutività automatica ordinaria. Una via che veicoli queste informazioni deve avere una lunga storia evolutiva e, dunque, non dovrebbe originare dalla neocorteccia, ma da una formazione filogeneticamente più antica. La risposta trovata dal progetto di ricerca nel topo di Jinho Jhang e colleghi coordinati da David O’Keefe e Sung Han è perfettamente coerente con queste attese.

La via respiratoria identificata ha origine dai pirenofori dei neuroni del versante dorsale della porzione anteriore della corteccia della circonvoluzione cingolata o giro del cingolo (dACC, da dorsal anterior cingulate cortex), che inviano i loro assoni a formare sinapsi sugli interneuroni inibitori GABAergici del nucleo reticolare del ponte (PnCGABA); i neuriti inibitori di questi interneuroni si dirigono in basso verso il bulbo, raggiungendo i neuroni della parte ventrolaterale (VLM, da ventrolateral medulla).

Il tratto dACC---PnC presenta un’attività correlata con cicli di respirazione lenta e con comportamenti orofacciali volizionali ed è influenzata da condizioni ansiogene.

Gli esperimenti con tecnica optogenetica su dACC---PnCGABA---VLM hanno dato risultati chiari: la stimolazione optogenetica determinava simultaneamente il rallentamento del respiro e sopprimeva i comportamenti equivalenti dell’ansia, mentre l’inibizione optogenetica aumentava sia la frequenza del respiro sia i comportamenti murini equivalenti dell’ansia umana.

Questi risultati suggeriscono che il circuito dACC---PnCGABA---VLM ha un ruolo cruciale nel coordinare la respirazione lenta e nel ridurre l’affettività negativa. Concludendo, questo studio ha individuato una base neurofunzionale del controllo top-down della respirazione, che può influenzare stati emozionali.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-30 novembre 2024

www.brainmindlife.org

 

 

 

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